Produzione mondiale di anguria
La produzione annuale dell’anguria si aggira attorno i 109 milioni di tonnellate. La produzione si concentra principalmente in Cina, Iran e Turchia. L’Italia si classifica 25° al mondo mentre in Europa rientra tra i cinque paesi che producono più angurie. In Italia si producono circa 518000 tonnellate all’anno di cui solo il 17% in serra. Sono prodotte principalmente nella zona meridionale dell’Italia in particolare in Lazio, Campania e Puglia.
Caratteristiche e esigenze dell’anguria
L’anguria appartiene alla famiglia delle cucurbitacee, è una pianta a ciclo annuale;
Fusto: il fusto è strisciante e peloso;
Radici: le radici sono molto sviluppate sia in superficie che in profondità fino a quasi 2m;
Foglie: sono palmate con margini lobati di colore verde, sono lunghe circa 10 cm;
Fiori: i fiori sono di colore giallo e possono essere o maschili o femminili;
Frutto: il frutto è di forma sferica o allungata, di colore verde uniforme o con striature più chiare. È un frutto di grandi dimensioni che può arrivare a pesare anche 20 kg. Internamente la sua polpa è rossa con in mezzo i semi;
Semi: i semi sono piatti e neri.
Clima: necessita di climi caldi, il suo seme germina al di sopra dei 24°C e ha uno sviluppo buono con temperature attorno ai 30°C. infatti viene coltivato in campo nei mesi estivi;
Terreno: necessita di un terreno ricco, non arido e con molta sostanza nutritiva. L’anguria teme il ristagno idrico perché porterebbe a dei marciumi radicali. Scegliere terreni di medio impasto/argillosi;
Preparazione del terreno: il terreno va reso “soffice”, bisogna rompere tutte le zolle e fare in modo che dreni bene l’acqua. È consigliata quindi un’aratura profonda che vada a smuovere tutti gli strati del suolo, dopodiché è necessario affinare le zolle rimaste dall’aratura tramite un’erpicatura.
Varietà di anguria
L’anguria è generalmente prodotta per essere commercializzata fresca, anche se talvolta può essere destinata all’industria per la produzione di bevande. Negli ultimi anni sono stati creati molti ibridi di anguria, per andare incontro alle esigenze dei consumatori. Possiamo avere angurie di piccole dimensioni o di medie e grandi dimensioni, possiamo scegliere cultivar precoci oppure tardive, possiamo scegliere persino varietà senza semi.
Le varietà più comunemente usate sono le seguenti:
- Sugar Baby: produce frutti sferici e di color verde uniforme. È tendenzialmente piccolo con un peso che si aggira attorno ai 5-6 kg. Questa varietà è precoce e molto vigorosa.
- Charleston Gray: qui si hanno frutti allungati con corteccia spessa e striata. Il peso si aggira tra i 9 e i 15 kg. È a ciclo tardivo, resistente a sovra maturazione e di media vigoria
- Crimson Sweet: questi frutti possono essere sia sferici che ovali con corteccia striata di color verde chiaro. Questa cultivar ha frutti abbastanza grandi di 10-12 kg
- Jubilee: i frutti sono di grandi dimensioni e allungati. La pezzatura si aggira attorno ai 15-20 kg. La polpa è soda di color rosso intenso ed è a ciclo tardivo.
- Anguria senza semi: le sue dimensioni variano dai 2 ai 6 kg, la buccia si presenta levigata e con grandi striature chiare. La polpa è croccante e di color rosso acceso ed è priva di semi. Questa varietà nasce dalle ultime esigenze di mercato.
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Come irrigare l’anguria
Questa coltura richiede una presenza di acqua costante, infatti, le irrigazioni sono molto frequenti e man mano che il frutto si sviluppa, l’acqua necessaria aumenta. L’irrigazione a goccia, oltre a soddisfare a pieno i bisogni idrici, riduce le malattie dell’anguria e migliora le condizioni del terreno. Essa aumenta il contenuto d’acqua e rende ben sviluppato l’apparato radicale. Si riscontra anche un incremento finale di oltre il 20 % rispetto alle colture non irrigate.
Perché l’acqua è fondamentale per l’anguria?
Un’anguria a maturazione completa è costituita per il 90% di acqua. Pertanto, attuare una corretta irrigazione incide considerevolmente nelle rese e nella qualità finale del frutto. Quindi carenze di acque causano la produzione di frutti con scarse qualità e poco commercializzabili.
Come incrementare la resa con l’irrigazione a goccia
Come abbiamo già detto, l’irrigazione a goccia ha molti lati positivi, i quali vengono accentuati con l’utilizzo di tecniche colturali come la pacciamatura. In tal senso, possiamo citare alcuni studi accademici che hanno testato varie tipologie di pacciamatura sia con l’irrigazione a goccia che con l’irrigazione a pioggia sulla coltura dell’anguria, in un periodo di due anni (1995-1996). Le quattro tipologie analizzate erano: polietilene nero, pellicola in polietilene trasparente, pacciamatura in cellulosa biodegradabile e l’ultimo è una zona di controllo senza pacciamatura. Lo studio ha evidenziata una resa finale maggiore nella combinazione di irrigazione a goccia con pacciamatura in polietilene nero.
Incidenza dell’irrigazione a goccia sullo sviluppo dei frutti
Secondo un altro studio universitario, l’irrigazione a goccia oltre ad aumentare le rese, aumenterebbe anche la qualità dei singoli frutti. Nel 2015 è stato condotto analizzando i mesi di crescita e lo sviluppo della pianta e del frutto, quindi da aprile ad agosto. Il campo è stato suddiviso in due parti: una con un impianto a goccia mentre l’altra è stata lasciata non irrigata. Al termine dello studio si è riscontrato quanto sia notevolmente maggiore la resa commercializzabile dell’anguria irrigata a goccia rispetto all’anguria non irrigata. Si sono ottenute infatti angurie di qualità, con livelli di solidi solubili maggiori, di fondamentale importanza in quanto rappresentano la percentuale zuccherina del frutto.
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